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venerdì 31 dicembre 2010

Buon anno !


E con questo siamo al 70° post! Il blog ha da poco compiuto un anno e lo considero un bel risultato. Quest’anno è stato pieno di belle esperienze e sono molto soddisfatta della riuscita del blog! Ho aderito ad alcuni giveaways per il nuovo anno e spero che la fortuna mi sorrida!! A questo punto non posso fare altro che augurare anche a voi un Buon Anno!

A presto!
Cheers !

mercoledì 29 dicembre 2010

La mia lista dei desideri - ShopAlike.it


Per l’anno nuovo, pieno di buoni propositi, per la mia famiglia, ho compilato questa lista dei desideri su ShopAlike ! Partecipare è semplice, si clicca su “annota” affianco al prodotto che ci piace, quando la lista è completa basta lasciare i propri dati. Poi non resta che aspettare l’estrazione del 3 gennaio!
E forse quest’anno, la Befana arriverà anche per noi !
For the new year, full of good intentions, for my family, I have compiled this list of wishes on ShopAlike ! Joining is easy, you click on "comments" next to the product that we like, when the list is comprehensive, it is enough to leave your details. Then you just have to wait for the extraction of January 3rd!
And maybe this year, the Epiphany is coming for us, too!
Good luck to everybody ! Buona fortuna a tutti !
Bonne chance à tout le monde !

Giveaway - Lista dei Desideri: pubblica la tua Lista dei Desideri sul tuo blog/pagina web e, con un po' di fortuna, potresti vincere 5 premi del valore di 500 € e un Super Premio di 1000 €. Iscriviti qui:Giveaway ShopAlike.it - Lista dei Desideri
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Bonne journée !

martedì 28 dicembre 2010

Bracciale a spirale

Salve a tutti, ieri mattina avevo voglia di riposarmi, così dopo una grande abbuffata di questi giorni mi sono dedicata a questo bracciale. Mi sono servite 3 dimensioni di perle : quelle piccole sono le rocailles bianche, poi le medie sono di circa 4mm con foro largo e le grandi lilla.
Non è la prima volta che provo la tecnica spirale, ma è la prima volta che completo un lavoro con questa tecnica! La prima volta avevo provato una spirale un po’ più complessa e con perline di più misure, era troppo complicata e ho rinunciato. Inoltre ho usato come base per infilare le perle il filo argentato e non il nylon come mi era venuto in mente l’ultima volta, perché è più facile da maneggiare e da stringere, poi anche per mettere le chiusure finali lo trovo più pratico^_^



 Lo schema originale l’avevo della spirale l’avevo trovato su un sito cinese o giapponese ma ho perso il link, comunque è la tecnica ‘spiral rope’ e le istruzioni sono quelle che riporta questo sito : http://www.seedbeadsmarts.com/spiral-rope.html
e anche qui :
---> Ho aperto un negozio con le mie creazioni in vendita su misshobby !!!
Compra e Vendi oggetti fatti a mano
& Buone Feste !
 

martedì 14 dicembre 2010

Kanederly con marmellata di albicocche

Ieri pomeriggio mi sono presa un po’ di tempo libero per preparare un dolce. Cercavo un dolce diverso dal solito e guardando le ricette sul farum di cookaround ho trovato i canaderli dolci con la marmellata di albicocche.  Dando uno sguardo su wikipedia…
I canederli o kanederly sono un piatto tipico della cucina tedesca, ceca, e del nord italia. Si preparano dolci o salati. La variante dolce prevede che con l’impasto siano formate delle grosse palle con al centro una albicocca, oppure una prugna o la marmellata. Si cuociono poi come la pasta o come degli gnocchi, infatti si chiamano anche “gnocchi dolci”. E si consumano come piatto unico.
Non c’era speranza di trovare al supermercato le albicocche d’inverno, e allora ho usato la marmellata di albicocche, anche se è stato più difficile formare le palline!
 
Ingredienti :
-         300g di farina 00
-         200 ml di latte
-         80g di burro
-         30g di lievito
-         10g di zucchero
-         Marmellata di albicocche
-         Pane grattugiato, zucchero e cannella
Preparare un impasto con il lievito, la farina, il latte, lo zucchero e il burro fuso. L’impasto deve essere di media consistenza, a questo punto far lievitare per 1 ora. Dopo la lievitazione ricavare delle palline e al centro mettere la marmellata. Far lievitare ancora un quanto d’ora. Preparare una pentola con l’acqua di cottura, quando bolle immergere i kanederly. Far cuocere per 8 minuti. Poi prenderli con la schiumarola e passarli nel pan grattato, nello zucchero e nella cannella.
In acqua mi sono cresciuti ancora, e dall’impasto ne ho ricavati circa 14 anche se belli grandi.
Poi mi mancava il pane grattugiato e in extremis l’ho sostituito tritando dei crostini. Poi lo zucchero l’ho aggiunto quando erano già freddi altrimenti mi si squagliava tutto;)
Bon appétit !

lunedì 13 dicembre 2010

Il processo di "abituazione" per dimagrire

I risultati di un’interessante ricerca sono stati recentemente pubblicati su Science, è emerso che il metodo migliore per evitare di abbuffarsi di un certo cibo è “pensarlo” spesso. In altre parole se pensiamo di mangiare un bel gelato, più facilmente riusciremo poi a resistere alla tentazione di mangiarlo. Ciò che si verifica a livello del nostro cervello è stato indicato come “abituazione”, ed essa per un determinato oggetto viene controllata dai cinque sensi e anche dalla rappresentazione mentale che noi ci facciamo dell’oggetto stesso. Questa tecnica potrebbe essere usata nelle terapie del dimagrimento, ma come detto dai ricercatori, si potrebbero trovare applicazioni più interessanti. Queste scoperte potrebbero trovare applicazione infatti anche nelle terapie per smettere di fumare, di bere o contro la droga.

Fonte : [ www.galileonet.it ]

lunedì 6 dicembre 2010

Meringhe

Le meringhe sono dei dolci preparati con tuorli di uovo e zucchero. Sono preparati in Italia, Svizzera e anche in Francia. In genere dopo aver preparato l’impasto si dà alla meringa la forma a ciuffo, poi a 2 a 2 vengono unite con in mezzo panna, cioccolato o crema. A volte si preparano meringhe aromatizzate, come con l’aggiunta di cacao. Vengono preparati molti dolci simili alla meringa, come le spumette e le “S” di cioccolato.

La tradizione dice che questo dolce è nato perché un pasticciere, Gasparini, originario di Meiringen, in Svizzera, lo preparò per amore della principessa Maria, figlia del re polacco Stanislaus Leszczynski, che però era stata promessa in sposa a Luigi XV . I due si conobbero secondo una leggenda a Meiringen, quando lei face un soggiorno estivo nella valle dell’Hasli a Berna. Un’altra leggenda invece vuole che si conobbero perché il pasticciere si stabilì alla corte della principessa che era emigrata in Francia. Comunque il nome “meringa” fu coniato da Gasparini a Versailles, e forse deriva dal nome della sua città di origine.
La meringa semplice si trova più facilmente e si dice “meringa francese”, si prepara con una quantità di tuorli pari alla metà della quantità di zucchero. Poi gli ingredienti si montano con una frusta elettrica o con un frullatore, fino a che l’impasto non si gonfia. Quindi si dispongono le meringhe con la forma desiderata sulla placca da forno. La temperatura del forno deve essere bassa, 40-60°C circa, e la cottura lunga se si vogliono delle meringhe perfettamente bianche.
La “meringa italiana” prevede un procedimento di preparazione leggermente diverso. Lo zucchero infatti viene unito all’acqua per ottenere uno sciroppo che si fa cuocere a 121°C. Quindi si unisce lo sciroppo agli albumi dopo che sono stati montati da soli circa 7-8 minuti. Dopo si lascia riposare 30 minuti. Alla fine questa meringa viene usata come base per fare dei dolci più complessi.
La “meringa svizzera” prevede nella preparazione che tuorli e zucchero vengano fatti cuocere in una casseruola di rame a 60°C . La cottura si termina in forno a 120°C o 140°C .
Un tipo di meringa particolare viene preparato in Sardegna con il nome di “Bianchino”. Al loro impasto vengono aggiunte le mandorle e si cuociono a 180°C circa 15 minuti.
Infine le meringhe che ho preparato io. Me ne sono uscite circa 20, però dipende dalla grandezza.

Ho usato 5 bianchi d’uovo e circa 300g di zucchero, poi ho montato il tutto con la frusta elettrica circa 15-20 minuti per farlo diventare ben sodo. Con il cucchiaio ho dato la forma ai dolci sulla teglia imburrata e ho cotto prima a 75°C per circa 1 ora, ma mi sono accorta che ci voleva troppo, così ho rinunciato ad avere delle meringhe perfettamente bianche e ho alzato la temperatura a 200°C per 20 minuti. E si sono prese una bella doratura.
Bon appétit !

sabato 4 dicembre 2010

Gli effetti positivi del saper leggere

Come annunciato dalla rivista Science una recente ricerca è stata condotta per stabilire che cosa produce una lettura nel nostro cervello e quali benefici ne trae. L’obiettivo in particolare è stato scoprire gli affetti positivi o negativi che comporta l’alfabetizzazione nel nostro cervello. I risultati hanno mostrato che l’alfabetizzazione migliora la risposta cerebrale : infatti migliora l’organizzazione della corteccia visiva che riceve informazioni dal nervo ottico, inoltre la lettura migliora l’attività delle regioni del cervello coinvolte nel linguaggio e nella sua elaborazione.

sabato 27 novembre 2010

Dai il meglio di te...

L'uomo è irragionevole, illogico, egocentrico
NON IMPORTA, AMALO
Se fai il bene, ti attribuiranno secondi fini egoistici
NON IMPORTA, FA' IL BENE
Se realizzi i tuoi obiettivi, troverai falsi amici e veri nemici
NON IMPORTA, REALIZZALI
Il bene che fai verrà domani dimenticato
NON IMPORTA, FA' IL BENE
L'onestà e la sincerità ti rendono vulnerabile
NON IMPORTA, SII FRANCO E ONESTO
Quello che per anni hai costruito può essere distrutto in un attimo
NON IMPORTA, COSTRUISCI
Se aiuti la gente, se ne risentirà
NON IMPORTA, AIUTALA
Da' al mondo il meglio di te, e ti prenderanno a calci
NON IMPORTA, DA' IL MEGLIO DI TE

(Madre Teresa di Calcutta) 

sabato 20 novembre 2010

ERBARIO : LA PITAHAYA

La Pitahaya è una pianta della famiglia delle Cactaceae, e il suo genere è denominato Hylocereus . Ne esistono diverse specie, come la Pitahaya rossa (Hylocereus undatus) e la Pitahaya gialla (Hylocereus megalanthus) . Il clima in cui cresce è quello tropicale arido, non sopporta le temperature vicine o sotto lo zero. Vegeta bene in luoghi luminosi. Raggiunge anche i 10 m di altezza nelle foreste tropicali di cui è originaria. Cresce in America centrale, nelle aree settentrionali del sud America, ed è coltivata anche in Cina, Australia e  Israele.
Inoltre la Pitaya rossa è originaria della Columbia, la Pitaya gialla è originaria del Vietnam. L’aspetto della pianta è quello di un arbusto con rami ricadenti, in particolare è una epifita, vive cioè sul tronco di altre piante che la sostengono. Il fusto è ricoperto da uno strato di cera che previene la disitratazione, le radici sono superficiali.

I fiori sono grandi, lungi fino a 30 cm , con petali bianchi, verdastri o gialli, durano solo un giorno e sono a fioritura notturna, probabilmente questo tipo di fioritura è stato adottato per proteggere la pianta dal clima arido in cui vive, ed evitare la disitratazione diurna. Dopo l’impollinazione notturna, quindi ad opera di pipistrelli o falene, cioè farfalle notturne, inizia la maturazione del frutto, la cui durata è di circa 30-50 giorni. Ci possono essere più fioriture in un anno. In genere non è permessa l’autoimpollinazione del fiore, ma solo l’impollinazione incrociata. Il frutto omonimo della pianta è detto anche “frutto del dragone”, e a maturazione pesa tra i 150 e i 600 g , ed è lungo fino a 12 cm, con forma ovale e allungata. La buccia è ricoperta di piccole spine che vengono rimosse dopo la raccolta. La buccia può essere rossa o gialla, se ha buccia rossa è più tondeggiante e presenta esteriormente delle lingue allungate e verdi che ne avvolgono la superficie. La polpa è rossa (Pitahaya della Costa Rica) o bianca con numerosi semini neri commestibili. Il sapore del frutto è dolce e la consistenza è morbida e cremosa, simile a quella di un fico d’india, si consuma al cucchiaio, anche con aggiunta di zucchero. Spesso i frutti vengono anche usati per preparare una bevanda detta agua de Pitaya.
Dal punto di vista nutrizionale il frutto è ricco di vitamina C , Sali minerali e antiossidanti.
Questa piante viene coltivata per i suoi frutti oppure come pianta da appartamento con valore ornamentale.

venerdì 19 novembre 2010

Rustico ricotta e melanzane


Era ora di aggiungere una ricetta salata ! questo rustico l’ho preparato domenica, la ricetta è facile e superveloce ;) Mi era stato raccomandato di preparare un rustico e il mio tocco personale è stato di sostituire il prosciutto con le melanzane, è venuto fuori un rustico alle verdure piuttosto buono, mi è sembrato.

Ingredienti :
-     4 uova
-     1 melanzana grande
-     250 g di formaggio tipo “emmenthal”
-     Formaggio grattugiato q.b.
-     Sale q.b.
-     Pepe
-     Rosmarino (facoltativo)
-     1 sfoglia
-     250 g di ricotta
Tagliare la melanzana a cubetti e friggerla in poco olio, aggiungere a piacere sale, pepe e rosmarino. In una scodella capiente mischiare le uova e la ricotta con lo sbattitore elettrico. Preparare il forno a 200°C . tagliare il formaggio a cubetti, a aggiungerlo agli ingredienti, appena sono dorate, far raffreddare e aggiungere le melanzane a cubetti. Infine aggiungere il formaggio grattugiato e aggiustare di sale. Imburrare una teglia rettangolare e disporre la sfoglia, versare il composto sulla sfoglia usando i margini per richiudere. Infornare per 40-50 minuti .
Bon appétit !

venerdì 12 novembre 2010

Erbario : il Tasso

Il tasso o Taxus Baccata è un albero coltivato con valore ornamentale, classificato tra le gimnosperme, l’albero appartiene alla famiglia delle Taxaceae nell’ordine delle Conifere, di cui le prima comparvero circa 300 milioni di anni fa, durante il Carbonifero. È un sempreverde e raggiunge un’altezza tra 10 e 20 metri. La crescita è lenta, infatti alcuni esemplari raggiungono 1500 o 2000 anni di vita. I rami sono bassi e la chioma ha forma globosa. La corteccia è di colore rosso brunastro. Le foglie lineari sono molto velenose e lunghe fino a 3 cm , di colore verde più scuro nella pagina superiore. L’impollinazione è anemofila, cioè non specializzata e ad opera del vento. La pianta non produce frutti, infatti solo le Angiosperme, le più evolute nel regno vegetale, producono veri fiori e frutti. Tuttavia sono presenti delle escrescenze carnose che ricoprono il seme, gli arilli, che da versi diventano rossi con la maturazione. Il seme è velenoso, mentre la polpa che forma l’arillo è commestibile, serve infatti ad attirare gli uccelli che se ne cibano, espellendo poi con le feci il seme che così viene disseminato. Il seme infatti è ricoperto da un robusto involucro che gli evita di essere attaccato dai succhi gastrici dell’animale, si parla di dispersione del seme endocoria. Senza il lavoro degli animali i semi cadrebbero nel terreno sottostante la pianta che li ha generati e non troverebbero, per questo, nutrienti sufficienti per la crescita di una nuova pianta. Dopo la disseminazione passano circa 2 anni prima che il seme sia pronto per germinare e permettere la fuoriuscita della pianta embrionale.
Il legno della pianta essendo resistente e flessibile in passato è stato molto usato per fabbricare armi da guerra, soprattutto archi.
Il nome della pianta deriva dal greco e significa “freccia”, essendo infatti molto velenoso veniva usato per realizzare freccia con la punta avvelenata. Per lo stesso motivo e anche perché usato come ornamento nei cimiteri viene detto “albero della morte”.
La Taxus Baccata cresce in Europa settentrionale, Nordafrica e Caucaso, in terreni umidi e ombrosi. In Italia è presente solo in zone di montagna, come nella foresta Umbra del Gargano.
I rami, le foglie e i semi di questo albero sono tossici, infatti al loro interno è depositato un alcaloide, la tassina, con funzioni difensive, che agisce come narcotico e paralizzante sull’uomo. È quindi una delle piante più tossiche presenti sul territorio italiano.

In breve tutte le parti della piante, tranne l’arillo, sono tossiche per l’uomo, e la tossicità resta anche dopo essicazione di parti della pianta o dopo la loro disitratazione.

lunedì 8 novembre 2010

Dal nostro universo : scoperte 5 galassie


Attraverso il fenomeno delle lenti gravitazionali nell’ambito del progetto H-ATLAS sono state osservate 5 nuove galassie. Esse si trovano a circa 11 miliardi di anni luce dalla Terra. Per questo si capisce che l’immagine captata risale a un periodo molto lontano nella storia del nostro universo.

Le lenti gravitazionali comportandosi come delle lenti di ingrandimento naturali sono in grado di riflettere la luce di galassie molto lontane da noi. Si ottiene un’immagine ingrandita che sarebbe impossibile ottenere con i normali telescopi, anche i più potenti. Questo fenomeno è una conseguenza della teoria della relatività generale di Einstein del 1916, la quale dice che un corpo con la sua massa può curvare lo spaziotempo che lo circonda, e cioè un raggio di luce che lo colpisce viene deviato da questo corpo. Se l’effetto lente come quello descritto è molto forte, la luce di una galassia può essere deviata dalle galassie vicine, così che la sua stessa immagine risulta ingrandita.

La rivista scientifica Science ha pubblicato un nuovo metodo usato dagli scienziati per scoprire le lenti gravitazionali. La sua scoperta è frutto della collaborazione di studiosi anche italiani. Osservando ampie zone dell’universo e come si distribuisce in esse la luminosità sarebbe quindi possibile rintracciare fenomeni di questo genere. In particolare la materia che provoca una simile deviazione di luce è principalmente materia oscura, che quindi può essere studiata a partire dallo studio di questi fenomeni.

Sempre in questo modo sono quindi state scoperte 5 antiche galassie. Le scoperte sono comunque state fatte nell’ambito di un vero progetto denominato Herschel Astrophysical Terahertz Large Area Survey (H-ATLAS) il cui scopo è osservare un’area tridimensionale della misura di 580 gradi quadrati su lunghezze d’onda tra 100 e 400 μm con strumenti denominati PACS e SPIRE istallati sul telescopio Herschel. Fino a novembre 2009 ben 14 gradi quadrati di superfice sono stati osservati.

Fonte : [ www.galileonet.it ]

Immagine : [ NASA/JPL-Caltech ]

sabato 6 novembre 2010

Scoperte nuove specie di rane in Tanzania

Sono state scoperte nuove specie di rane in Tanzania come annunciato sul Zoological Journal of the Linnean Society.

In Tanzania si trovano infatti le foreste dell’Eastern Arc, che sono un vero e proprio rifugio naturale per le specie in via di estinzione, e qui si può riscontrare per questo una fauna estremamente varia. Si tratta di un ambiente estremamente importante per la conservazione della biodiversità del nostro pianeta. Gli studiosi, in questi luoghi hanno scoperto 3 specie prima sconosciute di rane che appartengono al genere Callulina.

Si tratta di animali che secernono sostanze velenosi per difendersi e si nutrono di piccoli vertebrati, ed escono dai loro rifugi solo di notte. Sono interessanti perché diversamente da quanto avviene in genere per le rane, dalle loro uova non escono girini ma piccole rane. È probabile che quindi esse milioni di anni fa abbiano iniziato ad evolversi in modo autonomo dalle rane con cui oggi abbiamo solitamente a che fare.
Si tratta comunque di specie in via di estinzione. Il nome scientifico che è stato loro attibuito è Callulina laphami, C. shengena e C. stanley.

Fonte : [ www.galileonet.it ]

lunedì 1 novembre 2010

I risultati del Census of Marine Life (coml)

Il progetto MAR-ECO è partito nel 2000, e si tratta di una ricerca internazionale che fa parte di un progetto più ampio il Census of Marine Life, con lo scopo di fare un censimento delle numerosissime specie di animali marini. Le acque interessate da MAR-ECO sono state quelle nelle vicinanze della dorsale medio atlantica, una catena montuosa sottomarina che divide l’oceano atlantico in due, da nord a sud.
Le specie prima non conosciute e scoperte attraverso questa ricerca sono numerosissime.
I risultati sono disponibili dal 4 ottobre, e nel complesso quelli del Census of Marine Life sono molto interessanti : in questa ricerca hanno collaborato per 10 anni 2700 scienziati di 80 paesi, sono state individuate 250.000 nuove specie, e pubblicati 2600 articoli scientifici a riguardo. Della nuove specie circa 17.000 appartengono al bacino del Mediterraneo.
Tra le nuove specie scoperte c’è questo granchio freccia (Stenorhynchus seticornis), le sue zampe sottili sono lunghe  tre volte il resto del corpo, ed è stato osservato negli oceani che circondano le antille Olandesi.


Tra le creature più curiose c’è il pesce scatola o pesce cofano (Ostracion cubicus). Ha questa forma particolare perché il suo corpo è dotato id un esoscheletro protettivo che lo riveste interamente, escluse le pinne. Come arma difensiva è anche in grado di secernere muco tossico.

Questo è il calamaro di vetro e appartiene alla famiglia delle Cranchiidae . il corpo è cosparso di pallini a pois, che gli permettono di mimetizzarsi, con scopo difensivo. Inoltre alla luce del sole diventano praticamente invisibili, da giovani, poi da adulti si trasferiscono a grandi profondità negli oceani, anche 2.000 metri.


Queste a lato sono le uova che racchiudono i piccoli di alcuni polpi giganti del Pacifico  (Enteroctopus dofleini). La madre di questi polpi muore subito dopo la schiusura delle uova, una cosa non inusuale per i Cafalopodi. Una femmina depone tra le 18.000 e le 100.00 uova, la cui grandezza iniziale è simile ad un chicco di riso.
Questo è il polpo ad anelli blu (Hapalochlaena lunulata), che infatti presenta su tutto il corpo dei cerchietti di un blu acceso. È stato osservato nell’oceano Indiano, ed è lungo 20 centimetri. Tuttavia è molto velenoso, con un morso inietta un veleno letale da uccidere un uomo.

Fonte : [ www.focus.it ]

sabato 30 ottobre 2010

I tesori del palazzo reale rinvenuti a Batrawy

 
A giugno in Giordania degli archeologi italiani della missione archeologica italiana promossa dall’Università “la Sapienza”, hanno rinvenuto 4 asce risalenti ad un periodo intorno al 2300 a.C. . Esse erano una parte del tesoro del palazzo reale della città di Batrawy, che fu distrutta proprio nel 2300 a.C. dopo un assedio che si concluse con l’incendio della cittadina. Le rovine stesse della città sono state rinvenute nel 2004 . Questi importanti ritrovamenti adesso hanno già ricevuto un restauro e sono state esposte per la prima volta a Roma il 25 ottobre. Insieme a queste asce sono state ritrovate giare, un tornio da vasaio e vasellame. Le analisi hanno anche dimostrato che 2 di queste asce non furono mai utilizzate e erano solo simbolo del potere regale.
Fonte : [ www.lswn.it ]

giovedì 28 ottobre 2010


Castagnaccio

Continuo ad usare ingredienti autunnali, e pensando ad un giusto dolce autunnale, ho preparato il castagnaccio ;> la ricetta è molto semplice e cuoce subito, appena 30 minuti. Il risultato si fa apprezzare. Si trovano molte varianti anche se piuttosto simili tra loro, personalmente ho seguito la ricetta che ho trovato sul retro della busta della farina di castagne.
Il castagnaccio è un dolce autunnale con la farina di castagne tipico della Toscana. Una fonte del 1500 il dolce è originario di Lucca è l’inventore della ricetta è stato Pilade da Lucca .
In genere si prepara unendo alla farina di castagne, acqua, olio d’oliva, pinoli e uvetta. Alcune varianti prevedono anche l’aggiunta di rosmarino, scorze d’arancia, semi di finocchietto, frutta secca.
Il dolce si accompagna con vin santo, oppure vino novello o Brachetto di Sessame (Acqui), e viene servito con la ricotta e il miele, caldo oppure freddo. Per prepararlo si possono anche usare le castagne bollite e aromatizzate con la Strega.
Con la farina di castagne si preparano dolci simili al classico castanaccio, come la patona, che è molto sottile ed è diffusa in Liguria, oppure in Toscana si prepara anche una polenta con la farina di castagne, detta pattona.
In passato la castagna era un alimento base della mensa dei poveri, per questo anche il castagnaccio era il tipico piatto dei poveri e dei contadini, viene tuttavia consumato ancora oggi. Veniamo adesso alla ricetta :
Ingredienti :
- 400 g di farina di castagne
- 40 g di zucchero
- 2 pizzichi di sale
- 50 g di pinoli
- 50 g di noci
- 50 g di uvetta
- olio d’oliva
Unire la farina con lo zucchero e il sale, aggiungere 500 g di acqua e mescolare fino ad ottenere un composto omogeneo. Aggiungere l’uvetta e mescolare. Ungere un ruoto con l’olio e preparare il forno a 200°C . Versare il dolce che non deve risultare più alto di 3 cm, infornare per 10-15 minuti. Cacciare dal forno e guarnire con le noci e i pinoli, rinfornare e far cuocere altri 15-20 minuti. La superficie deve farsi screpolata.

Mi mancava l’uvetta e non l’ho aggiunta, la ricetta originale prevede che si potrebbe aggiungere anche il rosmarino, per guarnire.
Bon appétit !

martedì 26 ottobre 2010

Mangiare di meno fa vivere più a lungo


Da recenti studi pubblicati nel mese di Aprile su Science si è dimostrato che mangiare di meno allunga la vita. Sembra che riducendo l’apporto calorico giornaliero del 25% rallenti l’invecchiamento delle cellule e si riducono i rischi di ammalarsi di cuore, diabete, e tumore. La ricerca è il frutto degli studi dei ricercatori della Mount Si­nai School of Me­di­cine, e si ritiene che l’alimentazione favorisco i processi ossidativi alla base dell’invecchiamento, quindi riducendo le calorie si potrebbe allungare la durata della vita, ma entro certi limiti, oltre i quali si rischierebbe di morire di fame. Sembra inoltre che mangiare meno attivi il fattore di trascrizione CBP (CREB-binding protein) che regola l’invecchiamento cellulare, se la sua concentrazione nella cellula si abbassa sembra che si abbia un aumento della vita della cellula stessa.
Altri esperimenti su questa questione sono il frutto della University of Wisconsin-Madison, risalgono a luglio 2009 e sono stati pubblicati sempre su Science. Dopo 20 anni di alimentazione ipocalorica su un gruppo di scimmie Reshus è stato registrato un certo aumento della longevità e riduzione dei rischi di malattie legate all’età.

lunedì 25 ottobre 2010

Erbario : il noce

La Junglas regia meglio nota come noce da frutto ha origini asiatiche, e dal punto di vista botanico è classificato tra le angiosperme dicotiledoni, con due foglioline embrionali. La famiglia di appartenenza tassonomica è quella delle Juglandaceae, l’ordine è quello delle Fagales, lo stesso del castagno. Attualmente è distribuito in America, Asia e Europa. La coltivazione predilige i terreni ricchi in composto organico e poco acidi, è importante anche l’irrigazione altrimenti porta dei frutti piccoli. I primi frutti vengono portati dopo 25 anni fino a quando l’albero raggiunge circa 70 anni. Il noce viene coltivato per il legno, per i frutti oltre che per i germogli e le foglie usati per produrre il vino di noci. Dalla macerazione del gheriglio inoltre si ottiene l’olio del noce usato in cosmetica, con la proprietà di stimolare la produzione di melanina e proteggere allo stesso tempo la pelle abbronzata dai raggi solari.
Non è possibile la crescita o la coltivazione di altri alberi in prossimità del noce, infatti questa pianto produce un composto organico aromatico tossico, con anello benzenico, lo Juglone. Esso si trova naturalmente nelle foglie, nella corteccia e nelle radici delle piante della famiglia delle Junglendaceae. Per le sue proprietà viene detto anche composto allelopatico. Questo composto usato anche come erbicida, oppure per le tinture dei capelli o della lana, cui da una colorazione arancio-marrone.
Questo albero, originario delle pendici della catena dell’Himalaya, comparve in Europa circa 2 milioni di anni fa, e dopo le ultime glaciazioni la sua diffusione si estese al bacino mediterraneo. Gli studi dimostrano che già 9000 anni fa gli uomini si cibavano dei frutti del noce. Storici romani come Plinio il Vecchio ci confermano il consumo delle noci nell’antichità, le quali venivano importate dall’Asia minore tra il VII e il V secolo a.C. . Più tardi, nel XVII secolo gli inglesi hanno introdotto questa coltura in America. In tempi più recenti è stato introdotto in Nuova Zelanda e in Austrialia. 

Il noce può raggiungere i 30 metri in altezza. Il tronco è dritto con radici a fittone, cioè con una radice principale da cui si diramano le secondarie. Le foglie sono caduche e vengono rinnovate periodicamente. Il frutto è la noce, una drupa, racchiusa nel mallo che è l’esocarpo, il quale a maturità libera il frutto con endocarpo legnoso in cui c’è il gheriglio.
Le noci sono un tipo di frutta secca ad alto contenuto energetico per la presenza di abbondanti lipidi. Tra i lipidi c’è l’acido alfa-linoleico, un acido grasso essenziale precursore degli acidi grassi omega 3 che diminuiscono il colesterolo cattivo. Le noci contengono anche antiossidanti che combattono l’invecchiamento cellulare. È importante anche il contenuto proteico, infatti tra gli aminoacidi contengono buone quantità di arginina, un aminoacido essenziale durante la crescita, che negli adulti combatte l’arteriosclerosi. Contiene inoltre Sali minerali e vitamine del gruppo B e la vitamina E .
Fonte : [ it.wikipedia.org ]

domenica 24 ottobre 2010

Nuove scoperte sull’origine delle galassie

Nuove ipotesi sono state avanzate sull’origine delle galassie. Le ricerche sono state condotte in Italia dagli studiosi dell’università di Firenze in collaborazione con l’INAF, i risultati sono stati divulgati dalla rivista scientifica Nature. Secondo gli studi le prime galassie si sono accresciute inglobando grandi quantità di gas, come idrogeno ed elio, in passato invece si riteneva che il loro accrescimento fosse dovuto allo scontro con altre galassie, oppure oggetti simili, di dimensioni più grandi. L’ipotesi è stata avvalorata da recenti osservazioni di gas all’interno delle galassie, ma soprattutto dall’analisi di questo gas attraverso sofisticate apparecchiature. Le osservazioni hanno fatto concludere gli studiosi che i gas pesanti  si addensano alla periferia delle galassie, mentre al centro c’è quasi esclusivamente idrogeno. Questo gas è del resto fondamentale per la formazione e l’accrescimento delle stelle della galassia.
Fonte : [ www.asi.it ]

sabato 23 ottobre 2010

Erbario : il castagno

L’albero della castagna è la Castanea sativa, della famiglia delle Fagaceae, nota anche come castagno europeo. L’albero è alto dai 10 ai 30 metri e vive oltre mille anni, per questo è a crescita lenta. Il castagno europeo è di origine mediterranea e cresce tra i 300 e i 100 metri di altezza in terreni acidi e fertili. Le foglie sono dicotiledoni, cioè con due foglioline embrionali, con i margini seghettati, caduche, ovali e parallelinervie. I primi frutti vengono portati dalla pianta dopo i primi 15 anni di vita, e sono racchiusi in ricci spinosi con funzione protettiva. Ogni riccio contiene fino a 3 castagne. Il nome botanico di questi frutti è acheni, e in passato venivano usati soprattutto per la produzione della farina, mentre l’albero per il legname.
Le castagne sono tra i frutti autunnali tipici, e si trovano da settembre a dicembre.
Le castagne sono ricche di sostanze nutritive, come amido, cioè carboidrati complessi, che tuttavia con la cottura in gran parte si trasforma in zuccheri semplici che rendono questa frutta secca particolarmente dolce. Contengono anche fibre, potassio e vitamina b1 e b6 in buone quantità. Utili per curare le malattie intestinali, renali, alle ossa, oltre che per curare il sistema nervoso, muscolare e circolatorio, con proprietà antianemiche. Hanno inoltre proprietà lassative e antisettiche.
La comparsa del castagno in Europa risale a circa 60 milioni di anni fa come testimoniato dai resti fossili di pollini, foglie e frutti. La sua diffusione subì una riduzione dopo l’ultima glaciazione, per tornare ad espandersi successivamente.
La cultura del castagno fu favorita dai Greci e dai Romani, continuò dopo di loro nel Medioevo. In particolare durante il periodo romano i pollini di castagno raggiunsero il 48% dei pollini della flora totale. Ebbe successo come alimento dei poveri, e nel IV secolo a.C. Senofonte lo definì ‘albero del pane’. In quel periodo le castagne venivano usate anche per il baratto. Tuttavia a partire dal Rinascimento la cultura di questo albero subì un declino che si accentuò a partire dal 1800. Oggi la sua cultura è molto ridimensionata rispetto al passato, e dell’albero interessano quasi esclusivamente i frutti, mentre le farine si usano solo per la pasticceria. In Italia il castagno cresce alle basi dell’Etna, nell’area basale delle Alpi e nella zona dell’Appennino.
Il legno del castagno è inoltre ricco di tannini con proprietà astringenti che per questo trovano impiego in erboristeria.
Fonte : [ it.wikipedia.org ]

 

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